Il logo UNCZA

Fra le testimonianze della sua storia un capitolo non marginale è costituito dai distintivi che a partire da una certa data hanno preso a caratterizzare non solo le sue Assemblee, ma anche a contraddistinguere il cacciatore UNCZA da ogni altro cacciatore.
In principio tutto si limitava al cartoncino col programma di quella Assemblea, e che riproduceva il distintivo federale, perché l’UNCZA uno suo proprio ancora non se l’era dato. Anche se – e lo si rileva dalla documentazione storica – già nella VI Assemblea (Cogne, 27/6/1971) «emerge per la prima volta l’esigenza di un “Tesserino personale” (ed anche l’idea di un “distintivo”) per i cacciatori dell’UNCZA, altrimenti “anonimi”». Alla XIII Assemblea del 2/9/1978 a Saint Pierre, apparve a ricordo della stessa una piastrina in metallo riproducente in rilievo uno Stambecco, e sul retro incisi luogo e data dell’avvenimento; e così nel ‘79 alla XIV di Bormio e nell’80 alla XV di Barzio con rispettivamente il Cedrone e la Coturnice. Lo Stambecco ricomparirà nuovamente nell’83 alla XVIII di Courmayeur ed il Cedrone nell’84 alla XIX di Anterselva. Osvaldo Berti ne era stato l’ideatore e realizzatore.
E’ però solo nell’81 alla XVI Assemblea di Macugnaga che entra in scena il primo distintivo UNCZA – ideato da O. Berti – col binomio Camoscio e Forcello che rimarrà immutato pur nelle evoluzioni successive ed ormai consacrato dalla tradizione. Tant’è vero che gli stessi Forcello e Camoscio compaiono anche sulle “Medaglie UNCZA” in Oro, Argento e Bronzo che vanno a premiare i Trofei classificatisi nelle Mostre.
L’anno dopo a Vigo di Fassa (XVII Assemblea) il distintivo UNCZA riduce leggermente le dimensioni e si completa col tricolore, anche se con un piccolo errore di carattere “araldico” essendo il rosso ed il verde in posizione scambiata (Ma ciò potrebbe aumentarne il valore… collezionistico!).
Poi in una successiva edizione il tricolore viene rimpicciolito, ma con i colori araldicamente corretti. Finché nel ’94 dal distintivo rotondo – su rielaborazione di Livio Privileggi – si passa a quello di forma ellittica, ed entra in scena anche la “riduzione”, portabile pure sulla giacca da città.

(G. de F.)

Dal 1994 in poi il logo ovale con il camoscio ed il gallo forcello, animali simbolo delle Alpi, hanno caratterizzato l’immagine di UNCZA divenendo uno stemma ormai di inconfondibile riconoscimento del cacciatore alpino. Un logo che, anche per chi non appartiene al mondo venatorio, è sinonimo di tradizione venatoria, cultura della montagna e di una gestione del patrimonio selvatico legata strettamente alle rilevanze tecniche e scientifiche ed all’uso sostenibile delle risorse.
Negli anni più recenti il logo originale ha avuto, oltre alla piccola spilla da bavero ed a quella da cappello, realizzazioni particolari a ricordo del 40° e del 50° dalla nascita del sodalizio. La ormai tradizionale spilla ovale alcuni anni fa è stata forgiata anche in versione “cravattino tirolese”.