Storia
L’UNCZA nasce nel 1964 con lo scopo di valorizzare la caccia alpina nel rispetto delle leggi della natura, favorendo l’applicazione di pratiche venatorie in armonia con la biologia e l’etologia della fauna selvatica. Sostiene la ricerca scientifica e la conoscenza quale metodo per una corretta gestione del patrimonio faunistico delle Alpi; promuove la tutela del territorio e degli habitat della tipica fauna alpina, sensibilizzando alla salvaguardia degli ecosistemi che compongono il delicato tessuto paesaggistico delle Alpi; si pone a difesa della tradizionale presenza del cacciatore di montagna e dei suoi valori che sono parte significativa della cultura materiale dell’arco alpino.
50 anni di UNCZA
Il 21 giugno 2014 UNCZA ha compiuto 50 anni ed è stata festeggiata a Vilminore di Scalve (BG) durante la cerimonia di apertura dell’Assemblea annuale, presenti un folto numero di associati, autorità locali e dirigenti Federcaccia.
50 anni sono tanti per un’associazione venatoria nata con fini esclusivamente culturali e gestita attraverso il semplice volontariato dei cacciatori di montagna. Siamo assai orgogliosi di aver potuto constatare come tutti questi anni siano ben portati; lo testimoniano i molteplici progetti e le tante pressanti iniziative in cui l’Unione è ogni giorno coinvolta.
UNCZA è nata 50 anni fa con lo scopo di promuovere buone pratiche di gestione venatoria, cercando di mutuare, nella caccia agli ungulati, quanto già si faceva nei Paesi della Mitteleuropa. Una gestione fondata sulla conoscenza scientifica della fauna selvatica, su un’attività venatoria proposta attraverso un prelievo attentamente commisurato alle consistenze, onde poter incrementare il patrimonio. Basata sulla programmazione, attraverso una disciplina che va tuttora sotto il nome di “caccia di selezione”. E sui riscontri di gestione, naturalmente. Ma al di là dell’impegno sul piano tecnico, che da sempre la contraddistingue, UNCZA è nata anche per promuovere la crescita culturale del cacciatore e per conservare i valori e le tradizioni dello specifico mondo venatorio alpino, fatto di un sapiente ed obbligato connubio tra uso parsimonioso delle risorse rinnovabili e conservazione ambientale.
La missione originaria di UNCZA è più che mai attuale anche negli anni 2000. Semmai il compito è forse più impegnativo alla luce dei vertiginosi cambiamenti che la società moderna ha portato negli ultimi decenni nel mondo della montagna. In questi 50 anni di “vita UNCZA” la classe dei cacciatori è sicuramente migliorata e forse anche grazie al lavoro di questa settoriale. Ma alcune nuove criticità bussano con prepotenza alla casa dei cacciatori di montagna. Negli ultimi decenni essi sono diminuiti di numero e l’età media è salita considerevolmente, segno inequivocabile di un cambiamento di tendenza culturale, lasciando posto, nella mente della gente, agli illusori paradisi metropolitani del consumismo. Illusioni veicolate da media di ultima generazione che ci fanno credere alla possibilità di un mondo da viversi anche senza scarponi, semplicemente da dietro uno schermo.
Questa pericolosa deriva culturale sembra non riservare un posto di rilievo né per il valore della fauna selvatica e per la sua gestione né tantomeno per la figura del cacciatore-gestore proposta da UNCZA e dai settori più avanzati del mondo venatorio. I nuovi impegni di UNCZA sono ora di particolare connotazione e di fondamentale importanza. Primo fra tutti la necessità di recuperare un rapporto maturo con la società, per approdare ad una legittimazione condivisa del nostro ruolo e del nostro lavoro. Poi l’impegno per la salvaguardia ambientale e per il miglioramento degli habitat della fauna selvatica. Indi la promozione della formazione del cacciatore attraverso una preparazione di tipo tecnico para-professionale, lasciando però spazio anche al recupero dei valori etici che da sempre hanno circondato la caccia e la montagna, per riuscire a trasmettere il gusto per emozioni genuine oltre che per “aria buona”. Ed infine la necessità di un grosso investimento in tema di comunicazione, per colmare quel gap di conoscenze del mondo venatorio da parte della gente, che il più delle volte ci apprezza se riesce a superare le barriere degli stereotipi e a conoscere il nostro impegno. Ricordiamo le parole di Vittorio Cristelli, il nostro Maestro di etica, sulla necessità di “fare bene e farlo sapere”.
Sandro Flaim
Per saperne di più?
Per saperne di più sulla storia di UNCZA leggete il volume “UNCZA 50” (vedi “Pubblicazioni”).
192 pagine in cui sono raccolti i resoconti di tutte le Assemblee annuali, dal 1964 in poi, i personaggi, i dirigenti, i tecnici, i ricercatori, gli appassionati che hanno fatto grande questa associazione
60 anni di UNCZA
UNCZA ha compiuto 60 anni, è una signora “di una certa età”, ma ha ancora le sue attrattive. È nata nel lontano 1964 a Trento dall’intuizione di alcuni illuminati dirigenti alpini di Federcaccia che capivano che le cose, all’interno del mondo venatorio italiano, stavano cambiando e facilmente non in meglio. E soprattutto che il comparto alpino, ricco di storia e di tradizioni, andava tutelato dal nuovo che avanzava. Erano sicuramente uomini lungimiranti, da Fabrello di Vicenza a Midana di Torino, da Falzolgher di Trento a Corti di Bergamo; dubito tuttavia che avessero anche solo intuito quale sarebbe stata la portata dei cambiamenti che si sarebbero succeduti nella gestione venatoria e nel Paese in generale. Lungimiranti anche coloro che hanno poi preso in mano le redini nei decenni successivi, quelli che io ho vissuto in prima persona fino ad arrivare ai giorni nostri, forse i più impegnativi per il mondo della caccia e della montagna. Una montagna segnata da un’economia che ha portato all’inurbamento industriale dei fondovalle e allo spopolamento delle “terre alte” con l’abbandono della tradizionale coltivazione della montagna. Un processo che ha segnato pesantemente la conformazione del paesaggio montano e l’evoluzione delle specie selvatiche, incidendo soprattutto sulle presenze dell’avifauna alpina.
Oggi altri e più sottili mali attraversano la nostra passione. A partire dal forse meno apparente, ma sicuramente più corrosivo, che è la mancanza di percezione della figura del cacciatore nell’immaginario collettivo della nostra gente, anche nei paesi di montagna. Percezione sostituita spesso da un sentimento di diffidenza, se non proprio di vera e propria avversione verso la figura del cacciatore. E qui i media fanno un gioco ambiguo, forse addirittura losco.
Bene quindi ha fatto l’attuale dirigenza UNCZA a spendere tante energie in progetti e strumenti di comunicazione. E sottolineo prima di tutto la nostra rivista Caccia Alpina, a detta di tanti, la migliore rivista venatoria italiana. Per venire al nuovo sito internet di UNCZA, recentemente rinnovato in una grafica accattivante, di facile consultazione e ricco di una mole più che esaustiva di informazioni. E poi la moderna Pagina Facebook che informa giornalmente in tempo reale sull’attività dei cacciatori alpini. Sempre in questo campo è da ricordare la lodevole l’iniziativa “UNCZA nelle scuole”, che vede alcuni volenterosi soci, supportati da studiati gadget didattici, interessare, con lezioni frontali, gli alunni delle scuole primarie sulle meraviglie faunistiche, spesso sconosciute, che popolano le nostre montagne.
In UNCZA, altri importanti progetti hanno preso vita in questi ultimi anni, tali da rendere orgogliosi tutti i nostri soci: dalle varie collaborazioni con Università ed Istituti di ricerca per importanti lavori scientifici, alla costituzione presso FEM della “Banca campioni organici dell’Avifauna alpina”, un progetto unico in Italia, realizzato da cacciatori volontari, che ha già fatto segnare più di 3.000 campioni stoccati e ibernati.
Sarò anche di parte, ma vivendo quotidianamente la vita della nostra storica Associazione e sentendo quanto “si dice in giro”, UNCZA sarà pure una signora “di una certa età”, ma a me pare ancora di molte e “belle speranze” per tutti noi.
Bruno Vigna – Pastpresident UNCZA
Una nuova pubblicazione
Una nuova pubblicazione per celebrare i Sessant’anni di UNCZA. E per dare conto in maniera dovuta, almeno per sommi capi, delle tante iniziative intraprese nell’ultimo decennio. Questo quaderno infatti vuole essere la continuazione del volume “UNCZA Cinquanta”, realizzato nel 2014 per la ricorrenza del cinquantesimo compleanno dell’Associazione. La pubblicazione ripercorreva tutta la sua storia, partendo dall’anno di fondazione, inglobando infatti, con una stampa anastatica, i quaderni curati dall’allora Segretario UNCZA, Giuseppe de Franceschi, in occasione del ventesimo e del quarantesimo dalla stessa. Una pubblicazione, questa, che vuole inserirsi nel solco della tradizione delle buone pratiche “di famiglia” di rendere doverosa informazione ai soci di quanto fatto, ma anche documentare all’osservatore meno attento, perché esterno al nostro mondo, il valore dell’impegno sociale dei cacciatori di montagna a favore della Comunità.
Dalla fondazione, in quel lontano 21 giugno 1964 a Trento, ad oggi, ovviamente sono cambiate tante cose, in tutto il Paese ed in tutti i campi. Tantissimo nella materia che più ci sta a cuore, quella della gestione faunistico-venatoria. Siamo passati da una penisola con tanti caprioli e ancora tanti forcelli, ma pochissimi cervi sulle Alpi e nessun capriolo – e tanto meno cervi – lungo la dorsale appenninica, a pochi caprioli e relativamente pochi forcelli, ma tanti cervi sulle Alpi e tanti caprioli e tanti cervi sugli Appennini. E cinghiali dappertutto. Luci e ombre pertanto, ma sicuramente una crescita complessiva del valore fauna selvatica, che rende conto anche qui, tra gli alti (pochi) e bassi (molti) della politica, dell’impegno in gestione venatoria di tante persone nel nostro Paese. A partire dagli ispirati volontari UNCZA di quei primi anni ‘60 che, come “ vox clamantis in deserto”, parlavano nei loro convegni di strane proposte: censimenti, prelievo sostenibile, parità di genere, classi d’età, ecc. Cose usuali al giorno d’oggi, ma non certo in quegli anni! Per poi venire agli anni ‘80, quelli della presidenza Vigna, con la rifondazione dell’Associazione ed il perseguimento di questi obiettivi in maniera più strutturata, che ha portato al varo della Legge 157/92 con la creazione della “Zona Alpi”.
Oggi le cose sono radicalmente cambiate, e per tanti aspetti in meglio, ma nuove e più pericolose minacce si affacciano sul palcoscenico della gestione degli animali selvatici e sul nostro essere cacciatori. Sono le grosse sfide della modernità: nel primo campo soprattutto le consistenti modificazioni ambientali avvenute sull’arco alpino e la conquista dello stesso da parte dei grandi carnivori, presenti ormai in numero problematico. Per il secondo la demotivazione sociale della figura del cacciatore che ha portato il numero dei nembrotti italiani dal milione e mezzo degli anni della fondazione di UNCZA, ai meno di cinquecentomila attuali. Tra l’altro, cosa che segna ancor più il nostro futuro, l’età media dei cacciatori del nostro Paese è di oltre sessant’anni.
Sono sfide che si affrontano incentivando studi e ricerche, ma soprattutto con investimenti di tipo culturale. I cacciatori, anche quelli di montagna, che a un primo approccio sembrano esenti da contaminazioni “modernistiche” e tuttora ancorati ad un’etica dei valori rurali, devono saper dialogare con la gente per spiegar loro, non tanto la passione che hanno (che sarebbe difficile, anche se a noi non sembra) ma l’importanza della loro presenza in montagna, sia dal punto di vista della gestione faunistica che di quella ambientale. Chi avrà il piacere e la costanza di leggere le pagine che seguono capirà infatti che proprio questi due sono gli obiettivi perseguiti con costanza da UNCZA negli ultimi anni. E l’abbiamo fatto con le armi giuste, anche se non ci erano familiari. Con il nostro ormai corposo Sito Internet “www.unczaeu.it”, con una giornaliera pagina Facebook, con il progetto “UNCZA nelle scuole”, con il “Premio per tesi di laurea”. Con la nostra bellissima rivista “Caccia Alpina”. Ma anche investendo in ricerca faunistica, intessendo relazioni con Università e Centri di Ricerca, riammodernando il prezioso lavoro delle nostre Commissioni Tecniche Avifauna e Ungulati.
A tutti coloro che hanno reso possibile in questi anni la realizzazione di tali progetti, ai Dirigenti, Tecnici e Volontari UNCZA e ovviamente a tutta Federcaccia, vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Tutti noi sappiamo comunque che la strada da percorrere è ancora lunga, e sappiamo anche che non è una strada, ma uno dei nostri sentieri di montagna, di quelli per andare a camosci, stretto, ripido e scivoloso. Tuttavia i “cacciatori camminatori silenziosi” di UNCZA non si lasciano certo intimorire da questo “dettaglio”: zaino in spalla, Alpenstock in mano e via!
Sandro Flaim – Presidente UNCZA
Foto storiche
BRESCIA, 12 giugno 1966
1° Assemblea UNCZA. Fra i convenuti sono riconoscibili Spreafichi (2° da sinistra) e Salvini (5° da sinistra)
BORMIO, 30 giugno 1979
14° Assemblea UNCZA. Da sinistra: Bonomo Baisotti, Conti Persini, Fabrello, Pifferi e De Franceschi
MONTE BALDO, 24-25 giugno 1989
24° Assemblea UNCZA. Si riconoscono: Pizzini, Grassani, Modugno, Conti Persini, de Franceschi
RECOARO TERME, 28-30 giugno 2002
37° Assemblea UNCZA, Il tavolo della presidenza: da sinistra Timo. Colbacchini, Masera e Vigna
BRESCIA, 12 giugno 1966
1° Assemblea UNCZA. Sono riconoscibili al tavolo della presidenza, da sinistra: Falzolgher, Fabrello, Ronconi e Marino
VIGO DI FASSA, 26/27 giugno 1982
17° Assemblea UNCZA. Il capo dei Suonatori di Corno Bavaresi Müller, Leporatti, Vigna, Pifferi e De Paoli
SAINT VINCENT, 27-28 giugno 1992
27° Assemblea UNCZA. Vigna, Trosello, Menapace, Masera, Saladini, Polla e de Francesci
SANTA MARIA MAGGIORE (VB) 16/17/18 giugno
41° Assemblea UNCZA. Timo, Flaim, Campagnoli, Masera, Drovandi
MERANO, 24 giugno 1972
7° Assemblea UNCZA. Il tavolo della presidenza. Al centro il presidente Midana fra i vicepresidenti Fabrello, Baisotti e von Lutterotti
MERANO, 24 giugno 1972
7° Assemblea UNCZA. Un aspetto della sala
COURMAYEUR, 30 giugno / 1-2-3 luglio 1983
28° Assemblea UNCZA. Pizzini, Varicak, De Laula, Drobnig. Heidegger, Dal Corno, Spadaccini,
Albertini, Mussi, Masera e Monfredini
S. ZENO / CASTION VERONESE, 20-21 giugno 1998
33° Assemblea UNCZA. Conti Persini, il Sindaco di San Zeno Castellani, Masera e Salvelli
TRIESTE 3-5 luglio 2009
44° Assemblea UNCZA. Dall’Olio, Flaim, Merlini, Eccher.
Uncza 50 Anni - Pannelli Mostra
In occasione dei 50 anni di UNCZA sono stati realizzati dei pannelli presentati all’Assemblea di Vilminore di Scalve (BG) che abbiamo pensato di raccogliere in un documento digitale per poterli rivedere. Clicca qui per rivedere i pannelli.